Il libro di oggi è Cambiare l’acqua ai fiori (titolo originale: Changer l’eau des fleurs), della scrittrice francese Valérie Perrin. Il testo, acclamato da critica e pubblico, esce nel 2018; in Italia viene pubblicato dalla casa editrice e/o nel 2019.
Cambiare l’acqua ai fiori: trama
Violette Toussaint è la guardiana del cimitero di Brancion-en-Chalon, piccola cittadina della Borgogna.
Conosce ogni angolo del ‘suo’ sepolcreto. E, con il tempo, ha imparato anche a conoscere le storie di chi vi riposa e di quelli che, in loro assenza, non riposano quasi più.
Alla signora Toussaint, animo gentile per natura, piace accogliere i visitatori di quel luogo pacificamente straziante. Offre loro qualcosa di forte per calmare i nervi o qualcosa di caldo per cullare lo spirito.
Dopo aver stretto una mano, tolto le erbacce ad una lapide e seminato qualche frase di conforto, Violette si rintana nelle sue stanze private (e colorate) della casetta nel cimitero, assegnatale dal comune. Lì, la donna smette i panni della guardiana e veste quelli di una signora vivace e solare, ché vita e morte si rincorrono sempre.
Le tranquille giornate della Toussaint sono tutte uguali, scandite da necrofori esilaranti, da morti nelle bare, da vivi morti e da ghiotti prodotti del suo orticello dietro casa. Tutto cambia, però, quando un giorno si presenta alla porta un visitatore di Marsiglia portando con sé un’aria strana e un richiesta ancor più strana: sistemare le ceneri della madre nella tomba di uno sconosciuto, seppellito in quel cimitero.
Da quel momento un passato impenetrabile e pieno di dolori ritorna in vita: è il passato di Violette.
Prima di essere una tranquilla confidente dei defunti, la signora Toussaint è stata orfana, moglie e anche madre.
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Diamo uno sguardo alla morte mentre cambiamo l’acqua ai fiori
Parlare della morte è complicato, scrivere un libro sulla morte è ancora peggio. Affrontando i grandi temi esistenziali – vita, morte e amore – spesso si cade nella trappola dei luoghi comuni, delle spiegazioni vetuste. Perché? Perché non esistono veri esperti in materia. L’uomo nasce, ama e muore da sempre, eppure nessuno ha mai capito come funzionano questi strani ingranaggi. Se poi qualcuno cerca stralci di istruzioni lassù, nel cupolone celeste, di tanto in tanto si ritrova con un chiodino in meno o due tasselli in più.
E poi arriva lei, Valérie Perrin che, con Cambiare acqua ai fiori, non spiega la morte (non ci pensa proprio!) ma la scruta, prima da lontano poi più da vicino, e l’abbandona nell’ultima pagina come un vestito smesso e mai buttato.
Le morti
L’autrice si mette a lutto e affronta la dipartita da diverse angolazioni, perché non esiste la morte ma ‘le morti’. Così, tra le pagine, si affaccia il dolore acuto di una perdita recente; quello stantìo di un addio lontano ma sempre tiepido; quello vissuto da genitori, da figli, da amici, da amanti e da occasionali; e perfino il ‘non dolore’ di una perdita agognata da tempo.
Insieme a Violette entriamo nel piccolo cimitero così familiare (tutti i cimiteri si somigliano) e impariamo a conoscere i loro abitanti e i loro visitatori, le loro storie più o meno interessanti.
E non mancano curiosità e piccoli scandali all’interno di quelle stanze definitive, del resto i corpi si addormentano per sempre, ma le reputazioni vagano in eterno.
Non solo morte…
Violette non è solo la guardiana del cimitero, è anche la nostra guida. Ci accompagna a esplorare la morte e anche la sua vita. E in quell’occasione scopriamo i risvolti di un’esistenza passata, ammaccata; riceviamo le risposte ai perché del lettore curioso.
Perrin scrive un libro accattivante, trattando un argomento che di solito allontana. Nelle sue pagine la morte (o le morti) non è sempre nemica; si fa anche severa consigliera in grado di far apprezzare la vita ancora di più.
Badate bene, in Cambiare l’acqua ai fiori c’è anche posto per l’amore, il sesso, l’ironia (si parte dal cognome della guardiana: Toussaint) e la speranza. L’autrice, infatti, tratta la fine non come una presenza ingombrante, ma come uno dei tanti aspetti della vita; non unica ma partecipativa.
Così come le stanze colorate di Violette, nei capitoli storie e personaggi si tingono spesso di tinte pastello, facendo sorridere di gusto. Affascinante la schiettezza della penna di Perrin, sincera e perfettamente scandalosa nel proporre gioie e dolori della vita.
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Elaborare la fine del libro
Un romanzo unico, un turbinio di emozioni, sensazioni, facce, odori e immagini. La lettura di questo libro è consigliata per diversi motivi: alcuni detti, alcuni sottintesi, altri ancora da scoprire.
Elaborare la fine di questa esperienza letteraria non è stato (per me) semplice; ma ognuno elabora gli eventi come meglio può.
Cambiare l’acqua ai fiori: l’autrice
Valérie Perrin nasce a Remiremont nel 1967. Insieme al compagno Claude Lelouch ha lavorato come fotografa di scena e sceneggiatrice, riscuotendo un certo successo. Cambiare l’acqua ai fiori è il suo secondo romanzo per il quale ha ricevuto diversi premi tra cui l’ambito prix Maison de la Presse. In Italia si sono registrate 180.000 copie vendute.
Marilisa Pendino
Cambiare l’acqua ai fiori
Autrice: Valérie Perrin
Casa editrice: edizioni e/o
Anno: 2019
pp. 473