Torniamo a parlare dello scrittore indiano Amitav Ghosh e della sua fortunata ‘trilogia della Ibis’.
Avevamo già recensito Mare di papaveri (Sea of Poppies), primo libro della saga pubblicato nel 2008 e subito acclamato dai lettori.
Oggi, proseguiremo il particolare viaggio di Ghosh con il secondo volume intitolato: Il fiume dell’oppio (River of Smoke), edito da BEAT Edizioni.
Dove eravamo rimasti?… prima de Il fiume dell’oppio
La Ibis si muove nell’Oceano Indiano verso le isole Mauritius trasportando un carico di coolie (schiavi).
È il settembre del 1838 e sulla goletta a due alberi e sull’equipaggio di lascari, leggendari marinai del Pacifico appartenenti alle etnie più disparate: cinesi, africani, arabi, bengalesi e tamil, si abbatte una violenta burrasca.
Approfittando della confusione provocata dalla tempesta, due lascari e tre coolie saltano su una scialuppa per salvarsi da morte certa e per abbandonare definitivamente quella che da tutti è considerata la morte galleggiante, la Ibis…
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Il Fiume dell’oppio: il viaggio continua
Primo capitolo: Le isole
– Incontri importanti
I fuggitivi approdano, con molta difficoltà, sull’isola Gran Nicobar e dopo essersi ripresi dal nubifragio decidono di far perdere le loro tracce per non essere nuovamente catturati dalla Ibis. Occorre abbandonare immediatamente l’isola. Kalua, Jodu e Serang Ali scelgono di raggiungere Mergui, mentre Neel e Ah Fatt partono per Singapore.
A Port Louis, la giovane Paulette Lambert incontra il cacciatore di piante Fitcher Penrose che le offre lavoro sul suo Redruth, una sorta di nave giardino, in viaggio verso la Cina per scoprire nuove specie.
A Singapore Neel, per uno strano gioco del destino, entra in contatto con Bahram Modi, mercante Parsi e padre dell’amico Ah Fatt.
Modi e la sua Anahita devono raggiungere Canton per vendere il carico di oppio; colpito dallo spirito di Neel, gli offre l’opportunità di lavorare per lui.
Parte seconda: Canton
– Il mercato
L’Anahita arriva finalmente a destinazione e Neel, che si è separato definitivamente dal suo compagno Ah Fatt, deve ancora prendere confidenza con il suo nuovo lavoro.
Intanto il Redruth rimane bloccato a Hong Kong; Penrose non è riuscito a ottenere dalle autorità il permesso di raggiungere Canton. Paulette, che ha preso a cuore l’impegno di scovare nuove piante dalle proprietà utili, si lascia prendere dallo sconforto; lei e Penrose rischiano di non rintracciare la rarissima camelia che stanno cercando.
Ma non tutto è perduto: Paulette incontra il suo vecchio amico Robin, giovane e vivace pittore. Il ragazzo raggiungerà la famosa città cinese per apprenderne l’arte e, in nome della grande amicizia che lo lega alla giovane, offre il suo aiuto.
A Canton le cose non sembrano cambiate. La città è un grande miscelatore di razze, lingue, religioni, cibi e profumi.
Un miscuglio perfetto di quartieri malfamati e persone distinte, di affari importanti e lavori sporchi, di cultura e inciviltà.
Tutto gira attorno all’oppio, prezioso materiale dannato che arricchisce le tasche e stordisce le anime.
A trarne grandi vantaggi sono i mercanti inglesi che scambiano la droga con le materie più preziose del posto: tè, seta, porcellana.
Ma nella città portuale inizia a soffiare un’aria diversa.
Parte terza: Il commissario Lin
– La guerra dell’oppio
L’Imperatore è stanco di vedere il suo popolo schiacciato sotto il peso della dipendenza da oppio. Ha deciso di fermarne il traffico e, quindi, di porre fine agli affari sporchi degli inglesi.
Per riuscire nell’intento, Lin Tse-hsü viene nominato alto commissario imperiale ma questo accresce di molto le tensioni.
Inizia un feroce braccio di ferro tra i mercanti sotto la guida della Compagnia britannica delle Indie orientali e l’Imperatore. Siamo all’alba della guerra dell’oppio e a noi tocca salutare nuovamente (almeno per il momento) i nostri protagonisti.
Il fiume dell’oppio: parliamone…
Chi conosce Amitav Ghosh saprà già che all’interno de Il Fiume dell’oppio non viene meno la sua particolare e precisa penna. Ghosh ancora una volta riesce a unire perfettamente ricerca storica e fantasia letteraria. Attraverso le sue dettagliate ricostruzioni, è possibile respirare a pieni polmoni la Canton del 1838 e ad assaporare le sensazioni, le emozioni e le lingue delle vite che la animano.
Ancora una volta, come abbiamo già detto, tutto gira intorno all’oppio, protagonista assoluto della trilogia. Anche la droga ha il suo viaggio da compiere: dalle rive del Gange, dove viene lavorato, approda ora in Cina per essere scambiato e consumato, mentre a fare da sfondo compaiono la tragedia del commercio globale e la meraviglia dell’arte orientale.
Il fiume dell’oppio è una preparazione all’atto conclusivo?
Ciononostante chi ha amato Mare di papaveri, nutrendo grandi aspettative per il seguito, forse rimarrà deluso.
Molti dei vecchi protagonisti vengono un po’ messi da parte, concentrandosi particolarmente sulla figura di Neel, di Paulette e, ovviamente, dei nuovi personaggi. Solo Deeti, moglie di Kalua, compare nelle primissime e nelle ultime pagine come uno spirito fugace che lascia degli indizi, ma non svela ancora nulla.
Da buon libro ‘di mezzo’ di una saga, Il Fiume dell’oppio può, in un primo momento, non destare quel senso di coinvolgimento che si ottiene dall’apripista.
La trama, infatti, risulta in alcuni punti ristagnante, troppo dedicata alla descrizione e meno agli eventi incalzanti che toccano il personale vissuto dei tanto amati protagonisti.
In tal senso il testo può benissimo essere visto come una sorta di ‘preparazione’ all’atto conclusivo della storia che promette bene.
Percorriamo, dunque, con calma Il Fiume dell’oppio e aspettiamo con pazienza la destinazione finale!
Marilisa Pendino
Il Fiume dell’oppio (River of Smoke)
Autore: Amitav Ghosh
Casa Editrice: Neri Pozza Editore (2011) – BEAT Edizioni (2017)
Pagine: 586