Entriamo ne ‘La stanza dei gatti’ di Franca Valeri

Libri e teatro. Come avrete già capito, queste sono le due più grandi passioni de La Môme e oggi abbiamo l’occasione di unire le due cose grazie a un testo molto particolare. Stiamo parlando de “La stanza dei gatti”, scritto da quel simpatico mostro teatrale di Franca Valeri e pubblicato da Einaudi (2017).

Quello che ci si presenta davanti è un godibilissimo innesto letterario di 103 pagine da leggere tutte d’un fiato. Definirlo, però, non è molto semplice (le etichette al teatro non sono mai piaciute!) è un memoriale? Un dialogo? Una celebrazione letteraria della sacra arte? Sì, forse, anche…ad ogni modo Così è (se vi pare).

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Franca Valeri 

Come il talento multicolore dell’attrice e, in questo caso, autrice del libro, il testo è un coloratissimo vortice frenetico di parole e ricordi. Un dialogo intimo tra la Valeri e il teatro che per lei assume le sembianze di un uomo passionale e capriccioso; del suo uomo.
Il linguaggio amoroso tra l’artista e la sua arte diventa un contorno comico entro il quale s’inserisce l’interessante excursus della vita e della carriera di Franca.
E tutto ha inizio quando una Valeri ancora bambina incontra il suo futuro compagno nel salottino di casa, il suo primo vero palcoscenico, dove cominciano a delinearsi figure destinate a diventare eterne come l’ormai nota ‘Signorina snob’ per divertire amici e parenti.
Da lì, è un continuo crescendo di incontri, esperienze lavorative e personaggi inventati. Vita e carriera si fondono in un eterno abbraccio e Franca è ormai in viaggio verso una lunga strada lastricata di tavole di legno e pesanti drappi rossi; a starle accanto sempre lui: il suo uomo-teatro.

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Tutta un’esistenza offerta generosamente a questo Signor Teatro e l’autrice (da brava artista) la mette a nudo, tracciando sulle pagine successi e insuccessi, ma anche pungenti critiche all’ambiente artistico: dalla macchinosa pratica degli abbonamenti al sempre delicato rapporto teatro-fondi-Stato.
E poi la sua relazione con il suo compagno, una relazione non sempre facile, fatta di litigi, separazioni, scuse, prove d’amore e ritorni di fiamma. In fondo, come conferma anche l’attrice, il palcoscenico dà grandi gioie ma in cambio vuole eterna fedeltà.

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Se la vita stessa della Valeri è già di per sé molto interessante, lo stile utilizzato per narrarla al suo spettatore-lettore la rende ancora più elettrizzante (è di Franca Valeri che stiamo parlando!).
Già dalle prime pagine si ha la sensazione di assistere a un vero e proprio spettacolo che per forme e toni si potrebbe benissimo ricondurre ai registri del teatro dell’assurdo (ricorderete sicuramente La cantatrice calva interpretato dalla stessa Franca): memorie, pezzi di vita, spettacoli e tanto altro si mescolano caoticamente in un’opera apparentemente assurda e disconnessa, ma che nel profondo rivela la sua vera natura ordinata e delicata (è di Franca Valeri che stiamo parlando!!).

Tutto questo (e molto di più) è La stanza dei gatti e se vi state chiedendo che cosa c’entrano i gatti in questa storia teatrale, noi cogliamo l’occasione per salutarvi con l’esplicativa risposta dell’autrice:

“Quanto alla stanza del titolo, […], è quella che racchiude la loro alcova. Dietro quella porta vivono nelle ore pomeridiane i miei tre gatti, e devo dire che il loro comportamento mi ha in parte ispirato nella scrittura. Quel modo semplice, e sempre con un minimo di ostilità, che caratterizza i rapporti tra gli animali, è ciò che racchiude questa porta. Perciò ho creduto giusto dare a quella stanza a me cara, anzi carissima, l’onore del titolo.”

p.6

Marilisa Pendino

La stanza dei gatti

Autore: Franca Valeri
Casa editrice: Einaudi
Anno: 2017
pp: 103

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