La cerimonia del massaggio (titolo originale: The Laying on of Hands) è uno dei brevi romanzi firmati Alan Bennett per la London Review of Books (2001).
Per la sottoscritta è, invece, ‘il romanzo’; il primo ad aver aperto le porte di un mondo bennettianamente beffardo, sempre attuale e difficile da abbandonare.
La versione italiana esce per i tipi di Adelphi nel 2002.
La cerimonia del massaggio: trama
Padre Geoffrey Jolliffe è impegnato in una cerimonia commemorativa. Il defunto è Clive Dunlop, un giovane massaggiatore morto in Sud America in circostanze misteriose.
La professionalità di Dunlop era molto apprezzata e questo lo si capisce dal gran numero di persone, celebrità e non, che sono presenti alla funzione. Del resto, Clive aveva un discreto numero di clienti e le sue rinomate abilità trascendevano il solo lavoro di massaggiatore, offrendo ben altri ‘sollievi’ agli uomini e alle donne che a lui si rivolgevano.
Ben presto il funerale si trasforma in un imbarazzante e umoristico pretesto per sollevare dubbi, preoccupazioni, pentimenti e ricordi da non svelare. Quanti clienti aveva avuto Clive? E come era morto veramente? Era forse malato?
Mentre nella mente dei presenti iniziano a imporsi strani e allarmanti quesiti, Geoffrey sembra essere in difficoltà; come bloccato da un’inspiegabile vergogna o, almeno, così sembra all’arcidiacono Canon Treacher, inviato dai superiori per prendere appunti sull’operato del sempre più misterioso padre Jolliffe.
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Confessioni da funerale
Solo Bennett poteva invitarci a partecipare ad un funerale tutto da ridere. L’autore ci guida in una storia tragicomica, ma non necessariamente assurda, che è un insieme di storie e di vissuti.
Siamo al funerale dell’ambiguo massaggiatore Clive, celebrato da un timido padre Geoffrey e presenziato da una grande varietà di vip, personaggi bizzarri e clienti del defunto.
Durante il racconto, Bennett ci indica la panca sulla quale sedere per godere al meglio delle impressioni, dei pensieri e dei dialoghi dei personaggi che ci aprono alla (non)conoscenza del tanto amato massaggiatore.
Clive, infatti, da morto non è il vero protagonista, ma rappresenta la fondamentale chiave di lettura di chi rimane, di chi segretamente lo ha vissuto. Il raccoglimento e i silenzi destinati alla preghiera, diventano parentesi di personali confessioni inconfessabili e della rievocazione del proprio (e chissà se unico) ricordo dell’estinto che testimoniano la vita bizzarra e le contraddizioni dei presenti.
Tra sacro e profano
La cerimonia del massaggio non tradisce la penna di Bennett. Poche pagine (95) dirette, asciutte che originano una grande mistura di tragicità, spirito e un pizzico di critica e di cinismo; la combinazione vincente del sacro e del profano.
Si parte già dal titolo, quello originale. The Laying on of Hands, ovvero l’imposizione delle mani; è una pratica molto nota nel mondo religioso e, anche se siamo nel bel mezzo di un funerale, il riferimento ha a che fare con un altro mondo e con un altro modo di utilizzare le mani, quello di Clive.
Bennett sceglie la chiesa per riproporre quelle tematiche a lui tanto care e troppo spesso taciute; in questo caso l’omosessualità e l’AIDS.
Un po’ come a voler dire: “visto che i panni sporchi si lavano in famiglia…” e, difatti, tra i tormentati presenti che hanno avuto a che fare con il ‘fu Clive Dunlop’, vi ritroviamo anche il povero Padre Jolliffe; il pastore peccatore tra pecorelle smarrite, macchiatosi dell’indelebile inchiostro dell’amore sbagliato tanto condannato dai suoi colleghi e dai suoi superiori.
Un interminabile vortice di sorprese e trovate geniali – come l’acquasantiera scambiata per posacenere – questa ‘bizzarra cerimonia del massaggio’ che, in puro stile bennettiano, molto fa ridere e tanto fa pensare.
Siete tutti invitati al funerale!
Marilisa Pendino
La cerimonia del massaggio
Autore: Alan Bennett
Casa editrice: Adelphi
Anno: 2002
pp. 95