Il libro di oggi s’intitola Chinatown interiore, scritto dallo sceneggiatore statunitense di origini taiwanesi Charles Yu.
Prima, però, vorrei prestaste attenzione a un piccolissimo particolare sistemato comodamente appena sopra. Lo vedete? Tranquilli, anch’io non ci facevo caso e proprio grazie a Yu adesso riesco a percepirlo. Sto parlando della necessità, abitudine (chiamatela un po’ come vi pare) di relegare le persone entro una determinata categoria, e in questo specifico caso la categoria è quella della provenienza. In tutte le mie ricerche sul talentuoso Yu mi sono sempre impigliata in questo piccolo/grande dettaglio: le sue origini.
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Charles Yu è uno sceneggiatore, scrittore molto apprezzato e premiato, di ORIGINI TAIWANESI. Ma perché bisogna sottolineare le origini di una persona?! Badate bene, non c’è nulla di male nel riconoscere le proprie radici, la terra natia. Spesso, però, quello che ci ‘identifica’ ci limita in determinati contesti. E Yu con questo racconto riesce a porre l’accento su una riflessione per nulla banale.
Ma adesso ritorniamo al testo e chiudiamo questa piccola parentesi…per ora!
Chinatown interiore: trama
Chinatown interiore (titolo originale Interior Chinatown) viene pubblicato da The Knopf Doubleday Group nel 2020. In Italia il libro raggiunge i suoi lettori tramite La nave di Teseo, collana Oceani, con la prima edizione dell’aprile 2021.
Il giovane Willis Wu vive in un piccolo appartamento situato a Chinatown. La sua principale occupazione consiste nel raggiungere quello che viene chiamato il Tempio D’oro, un set cinematografico che ospita l’ultima serie poliziesca in voga: Bianca e Nero. Wu ha passato tutta la vita – esattamente come suo padre e come i tanti inquilini che popolano la piccola e caotica palazzina popolare – ad allenarsi per realizzare il suo sogno (che poi è un po’ il sogno di tutti gli orientali o almeno di tutti quelli che ha conosciuto): diventare il Fenomeno del kung fu, diventare come il suo idolo Bruce Lee, e avere il ruolo da protagonista in un film.
Ma l’obiettivo è difficile da raggiungere. Willis rimane bloccato nel circolo vizioso della gavetta, condannato alle comparsate e a ruoli di scarso spessore.
Prendi quel che puoi. Cerca di farti una vita. Una vita al margine fatta di comparsate.
p.6
Le dure leggi del mondo dello spettacolo non fanno altro che replicare quelle della società. La luce del riflettore principale difficilmente bacerà la figura di Wu. Con quella faccia da ‘Asiatico non meglio identificato’ tutto quello che può fare è il lavapiatti o il ragazzo delle consegne con un forte accento orientale; tutto quello che può fare è scimmiottare un’esistenza che non gli appartiene.
Il suo sogno si trasforma in una triste realtà che lo imprigiona nello stereotipo delle sue origini; lo obbliga a mettere da parte altri ruoli fondamentali della vita: l’essere figlio, l’essere padre, marito.
Chinatown interiore: il giorno giusto
Sogni di essere il Fenomeno del kung fu da quando eri ragazzino. Non sei ancora il Fenomeno del kung fu. Invece sei il Maschio orientale sullo sfondo, ma ci stai lavorando. Forse domani sarà il giorno giusto.
p.3
Il giorno giusto. Willis continuerà ad aspettarlo e a inseguirlo, e più si avvicina, più crescono nuove consapevolezze che toccano la vita in cui abita e la storia della sua famiglia.
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‘Essere’ davanti agli altri e davanti ai propri occhi
Cosa vuol dire essere asiatici, neri, bianchi? Cosa vuol dire esserlo davanti agli occhi degli altri?
Il romanzo, arguto e ironico, sonda le inadeguatezze degli umani, continuamente impegnati nella lotta per il riconoscimento e il rifiuto di quelle radici che cullano e troppo spesso soffocano.
E ancora, cosa vuol dire ‘essere’ davanti ai propri occhi? Willis ci ricorda che, di tanto in tanto, siamo noi stessi a distorcere lo sguardo dell’altro, di chi ci osserva gravemente (ma ci osserva per davvero?), del nemico diventato nemico perché lo abbiamo armato noi stessi con il pregiudizio, con la paura.
Mettendoci sotto a tutti gli altri, innalziamo un sistema di auto-difesa. Isolandoci dall’impegno reale e dal confronto. Immaginando che nessuno ci vuole, che tutti gli altri sono così diversi da noi, privilegiamo il nostro punto di vista.
p. 251
Chi siamo davvero? E cosa desideriamo? Tutto questo se lo chiede e ce lo chiede il protagonista in una giravolta di avvenimenti che sfiorano l’assurdo e che tanto fanno riflettere.
Con la stessa velocità accattivante di un film, il romanzo di Yu scorre serrato e feroce onorando e dissacrando i temi del riconoscimento, dell’accettazione, delle parti imposte dagli altri. E proprio per questo motivo, Chinatown interiore è una lettura che consiglio a tutti, specie ai lettori impegnati nella continua scoperta di se stessi. Buona lettura!
P.S. E voi, quale ruolo avete nel film della vita?
Chinatown interiore: l’autore
Charles Yu nasce a Los Angeles nel 1976. È uno scrittore e sceneggiatore di origini… ah, già!
Con Chinatown interiore vince il National Book Award per la narrativa e il prestigioso Prix Médicis étranger. Tra gli altri titoli molto apprezzati figurano: Sorry Please Thank You (2012) e Third Class Superhero (2006).
Marilisa Pendino
Chinatown interiore
Autore: Charles Yu
Casa editrice: La nave di Teseo – collana Oceani
Anno: 2021
pp. 273