La vita che vi presentiamo oggi è quella di Filomena ‘Filo’ Sottile. Devo ammettere che raccontare Filomena è molto complicato e a breve capirete il perché.
Nata in provincia di Torino nel 1978, Filo è tante cose: è padre, figlia di genitori siciliani, teatrante, scrittrice, botanofila, punkastorie e persona dall’irresistibile umanità schietta.
È un vortice esistenziale; una creatura mitologica che racchiude vite, lotte, metamorfosi e arte.
Spulciando tra i meandri di internet alla ricerca di qualche informazione, scopro che è poliedrica in tutto, tanto nella vita quanto nella produzione artistica. Ha scritto, cantato, interpretato così tante cose che starle dietro diventa quasi impossibile.
Se a tutto questo aggiungiamo anche il suo attivismo circa tematiche importanti come le questioni di genere ti viene da pensare: oh, ma questa non sta mai ferma! E speriamo tanto che il suo frenetico magma creativo possa non conoscere mai fine visto quello che ne viene fuori.
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Filomena ‘Filo’ Sottile: un racconto piacevolmente complicato
Ecco perché, come già detto, raccontare Filomena è davvero difficile. Poi, però, a pensarci bene si capisce che questa difficoltà è il prodotto di una pedante abitudine che continua ad attanagliarci. Mi riferisco alla necessità di catalogare, di definire irrevocabilmente cose e, peggio ancora, vite.
A farmi riflettere è la stessa artista che mi esplicita la sua antipatia per gli avverbi; i terribili modificatori semantici!
E allora scopri che raccontare Filomena e la sua arte (ché poi è il riflesso della sua stessa esistenza) è piacevolmente complicato e che una volta catturati dalla sua feconda e serrata creatività è difficile farne a meno. In questo spazio, quindi, vi presenteremo semplicemente…Filomena!
Dopo aver guardato il suo spettacolo streaming “Pesci rossi. Teoria e tecnica della quarantena”, noi de La Môme abbiamo deciso di contattarla per chiacchierare (l’intervista è stata effettuata prima della Fase 3, ndr) di teatro, di scrittura e per farci raccontare il suo personalissimo angolo di vita.
Marilisa Pendino
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