La prima historiette che vi leggeremo e vi racconteremo s’intitola Palla di Sego (Boule de suif). Il racconto appare per la prima volta nel 1880 all’interno della raccolta Les Soirées de Médan, su progetto dello scrittore Émile Zola per narrare l’invasione prussiana in Francia.
Palla di sego: trama
Rouen, una carrozza si muove lentamente alla volta di Dieppe per abbandonare la famosa città al nord della Francia oppressa dai prussiani.
Sul mezzo sono stipati dieci persone: il signore e la signora Loiseau, mercanti di vino; l’affermato cotoniere Carré-Lamadon e consorte; il conte e la contessa Huberte de Bréville; due suore; il democratico Cornudet e Palla di sego, nomignolo attribuito a una giovane ‘pubblica peccatrice’ piccola e dalle abbondanti forme.
Nonostante la situazione emergenziale, nella diligenza vengono rispettate le diverse posizioni sociali: da un lato siedono le ‘persone perbene’, mentre dall’altro siede l’insopportabile democratico insieme alla ragazza, invitante vergogna.
Ma il viaggio da intraprendere è molto lungo e i morsi della fame iniziano a farsi sentire. L’unica a essersi ingegnata (forse per quell’innato spirito di sopravvivenza derivato anche dalla professione) è Palla di sego che inizia a banchettare davanti agli occhi increduli dei compagni di viaggio con ogni sorta di prelibatezza.
Ma si sa, il cuore delle donne esperte è molto grande e la ragazza invita i famelici commensali a godere del lauto pasto. E messo da parte il richiamo della reputazione per quietare l’appetenza, il gruppo avanza con stomaci pieni e cuori più allegri.
Arrivati all’albergo del Commercio, i viaggiatori vengono bloccati da un ufficiale prussiano. Il prezzo del rilascio è caro: l’ufficiale pretende un pagamento in natura da Palla di sego. La ragazza, dal solido spirito patriottico, non ha nessuna intenzione di giacere con un prussiano e, trovando la richiesta raccapricciante, tutto il gruppo approva il rifiuto.
Ma il tempo passa, la prigionia continua e il sostegno viene sempre meno. Dopo numerosi dissapori, i viaggiatori convincono Palla di sego ad attenersi agli obblighi della sua professione per il bene di tutti.
La costosa libertà viene ottenuta e lo spostamento prosegue, ma ritornati sulla diligenza la coraggiosa eroina viene ignorata e disprezzata dagli altri per l’atto (seppur salvifico) peccaminoso.
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L’egoismo umano
Il racconto è una spietata critica alla società abitata dall’egoismo umano e in questo rispecchia benissimo lo stile e il pensiero naturalista.
L’opera, scritta nel 1880, è tragicamente attuale nel raccontare un mondo saturo di individualismo.
Maupassant riesce a contornare l’inquinata, e sempre invariata, natura dell’uomo e lo fa con quella sua penna in grado di cogliere minuziosamente dettagli e sentimenti (quelli dei personaggi, beninteso!) forti.
Al centro di tutto c’è l’uomo; bestia sociale villanamente ammaestrata che salva e, allo stesso tempo, sacrifica un suo simile solo per ottenere vantaggi.
Il paradosso e l’assurdità della natura umana qui trova ampio spazio, lasciando che il lettore formuli nella sua testa quesiti importanti: chi è davvero una persona perbene? Chi è il peccatore?
Palla di sego è personaggio universale che rappresenta l’umanità tutta. È la peccatrice che condanna la sua vita, è la donna forte e decisa dai solidi princìpi, è il capro espiatorio che si sacrifica per l’altro ed è, infine, l’altro che viene dimenticato, emarginato.
Curiosità: da Palla di sego è tratto il film Ombre Rosse, capolavoro di John Ford.
Marilisa Pendino