Storia di una serva di campagna (Histoire d’une fille de ferme) appartiene alla raccolta La casa Tellier pubblicata per la prima volta nel 1881.
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Storia di una serva di campagna: Rosa
Questa è la storia di Rosa, giovane serva impiegata nella fattoria del padron Vallin.
Rosa, come tutte le campagnole, è forte e sana ma è anche bella d’una bellezza genuina che tante ore di lavoro non sono mai riuscite a sciupare.
Il fascino prosperoso della ragazza non passa di certo inosservato e cattura l’attenzione di Giacomo, garzone della fattoria che, dopo numerosi tentativi, riesce a sedurla promettendole il matrimonio. Ben presto, però, scopre di essere incinta e abbandonata dal suo promesso sposo. Rosa nasconde a tutti il suo stato per non essere licenziata e considerata una ‘poco di buono’.
I mesi passano e sembra non esserci nessuna via d’uscita per la sventurata. Un giorno riceve una lettera dalla madre moribonda che la invita a raggiungere il suo paesino per dirle addio. Nel dolore, provocato dal triste evento, scorge una possibile soluzione ai suoi guai. Decide, infatti, di partorire lì e affidare il piccolo alle cure dei vicini con la scusa di essere troppo impegnata a lavorare.
Il matrimonio e la confessione di Rosa
Affranta dalla crudele separazione, torna nella fattoria e si dedica anima e corpo ai suoi doveri per poter guadagnare abbastanza e mantenere il figlio. Dopo qualche anno il padron Vallin, vedovo ormai da troppo tempo, rimane sinceramente colpito dall’irrefrenabile produttività della ragazza e decide di sposarla per avere una compagna e un braccio destro (a tempo indeterminato) utile alla proprietà.
I due diventano marito e moglie, ma non riescono ad avere un bambino. Per Vallin non c’è alcun dubbio: la colpa è di Rosa.
Umiliazioni, litigi e offese esasperano la donna che decide di confessare al marito di essere già madre. Contro ogni sua aspettativa, Vallin è fuori di sé dalla gioia e le propone di crescere insieme il figlio; in questo modo l’uomo potrà finalmente essere padre.
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Le apparenze spesso ingannano
Questa volta Maupassant abbandona la borghesia per immergersi nella rustica vita di campagna. Quattro sono le aree tematiche riconducibili facilmente alla penna dell’autore che qui trovano ampio spazio:
Il contrasto
Tra la vita semplice dei poveri lavoratori e quella agiata dei padroni che Maupassant disegna con una godibile profusione di dettagli meticolosi.
L’amore
Nelle sue molteplici forme. In questo caso quello subdolo del giovane che prende in giro la ragazza, quello viscerale della madre che si sacrifica per il bene del proprio bambino e quello inaspettato del signor Vallin che desidera tanto essere padre da accettare un figlio non suo.
La paura del giudizio
Nei primi mesi di gravidanza Rosa tiene nascosta, non senza difficoltà, la propria condizione per paura del giudizio delle persone che le stanno vicino. L’eventualità di un’opinione definitiva della gente la costringe a non chiedere aiuto, a mettere a repentaglio la propria vita pur di salvare la reputazione.
La doppia natura dell’uomo
Ormai abbiamo imparato che la penna di Mauppasant traccia con incredibile precisione la natura doppia, e a tratti assurda, dell’essere umano.
Rosa è una giovane serva che viene sedotta da un garzone (uno della sua stessa razza come direbbero in molti) che promette di sposarla ma che in realtà fugge via, venendo meno alle sue responsabilità.
Dopo molti anni, trova un po’ di serenità tra le braccia del padrone che decide di farla diventare sua signora nonostante le umili origini. Ma il generoso marito diventa mostro irascibile quando scopre che la moglie (perché la colpa è sempre della moglie!) non riesce a dargli un figlio. Successivamente il marito ritorna ad essere il compagno affettuoso quando, strano ma vero, scopre che un figlio in realtà c’è e anche se non è sangue del suo sangue potrà comunque portare il suo cognome e renderlo genitore.
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Felicità, tristezza, dolori, errori e ragione si mescolano in un vortice furioso, confondendo le carte: Quanto sono importanti le apparenze? Chi è il cattivo? Chi è il buono? Chi può essere compreso? E chi, invece, giudicato male?
Ancora una volta Maupassant c’insegna a osservare la vita con il giusto distacco, senza giudicarla mai perché le apparenze, si sa, spesso ingannano.
Marilisa Pendino
Vi lasciamo con un piccolo estratto di Storia di una serva di campagna: