La historiette Lui? è pubblicata per la prima volta sul quotidiano Gil Blas nel 1883; nel 1884 è inserita nella raccolta di racconti intitolata Les Sœurs Rondoli.
Maupassant dedica il racconto a Pierre Decourcelle, romanziere, drammaturgo e direttore del Le Gaulois.
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Lui? trama
A Pierre Decourolle (dall’originale Pierre Decourcelle)…
Il signor Raymon, uomo amante dei piaceri della vita, sta scrivendo una lettera al suo amico per comunicargli una bella notizia: presto prenderà moglie. L’eterno scapolo d’oro, però, si appresta immediatamente a spiegare le ragioni di questa novità.
L’uomo desidera avere al suo fianco una donna (qualsiasi donna) perché ha paura di rimanere solo.
Ma questa sua paura non è legata al timore di essere derubato, ucciso o preda di malintenzionati. È qualcosa di diverso, di più profondo che lo stesso protagonista non riesce a spiegarsi.
Tutto è iniziato un anno prima. In una sera d’autunno Raymon si sente stranamente depresso, triste e decide di uscire per svagare un po’ il cuore e la mente. Verso mezzanotte, con un po’ di serenità recuperata, fa rientro a casa. Qui trova la porta accostata e un uomo seduto su di una poltrona a riscaldarsi davanti al fuoco.
Un amico? No, quando si avvicina per scoprire il volto dell’uomo, Raymon trova solo la sua poltrona vuota.
Un’allucinazione? Forse, ma da quel giorno una terribile miscela di ansia e paura s’impossessano di lui. Le notti sono agitate, i giorni perseguitati da qualcosa; l’uomo non vede più quella figura, ma sa che è sempre lì ad aspettarlo, nascosta bene e pronta a farsi vedere da un momento all’altro.
Maupassant, Lui? e la paura di se stessi
Con Lui? si ritorna alle atmosfere cupe tanto amate da Maupassant.
Come ne Le Horlà, anche in questa historiette si indagano le angosce e i timori provati dagli esseri umani. Ma cosa provocano questi sentimenti? Raymon ha paura di una strana figura che scompare o ha paura di vedere qualcosa di inesistente?
Che cos’è davvero questa presenza chiamata Horlà? Esiste davvero l’uomo seduto sulla poltrona?
I racconti di Maupassant riescono a sviscerare le paure irrazionali, quelle guidate dalla paura stessa. I personaggi come Raymon sono terrorizzati innanzitutto dalla propria persona, dalla parte più nascosta di essa che viene tenuta a bada ad ogni costo.
Ma questa smania, spinge ed esce fuori assumendo svariate forme: voci, suoni, immagini, presenze.
Il protagonista non ha paura dell’uomo (o della sua rappresentazione) che siede vicino al fuoco; ha paura di quello che la sua mente riesce a produrre, di quello che i suoi occhi riescono a vedere. Ed ecco perché la scelta di sposarsi; Raymon non teme di rimanere solo con la presenza, ma di rimanere solo con se stesso. Perché, a volte, siamo noi le esatte rappresentazioni delle nostre inquietudini. Non ci credete? Provate a girarvi adesso…
Marilisa Pendino
Ascoltate Lui?