La historiette La piccola Roque (titolo originale La petite Roque) viene pubblicata per la prima volta nell’ormai noto quotidiano francese Gil Blas, nel 1885. Successivamente La petite Roque è inserita nell’omonima raccolta pubblicata nel 1886.
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La piccola Roque: trama
Durante il suo giro quotidiano, il postino Médéric trova nei pressi di un bosco il cadavere di una fanciulla. Si tratta di Louise, la piccola Roque, e l’uomo corre disperato ad avvisare il sindaco Renadert il quale, insieme a dei gendarmi, si precipita sul posto del terribile ritrovamento.
L’esile corpo della ragazza ben presto rivela agli investigatori la sua agghiacciante fine: Louise è stata violentata, strangolata e lasciata completamente nuda.
In un primo momento si pensa al gesto folle di uno straniero di passaggio, probabilmente già lontano. Ma questa versione non tarda a cambiare. Il giorno dopo, infatti, la mamma della vittima trova davanti alla porta gli zoccoli della figlia. L’assassino, dunque, è ancora in paese e forse è una persona conosciuta.
Ancora sconvolti e arrabbiati per la triste fine di Louise, tutti gli abitanti del posto si mobilitano per scovare l’omicida. Inizialmente tre sono i principali sospettati, ma vengono scagionati per mancanza di prove.
Le indagini durano tutta l’estate, ma del responsabile nessuna traccia e il caso viene definitivamente chiuso. La vicenda, però, ha segnato profondamente tutti e nessuno frequenta più il bosco, un tempo allegro ritrovo per famiglie e ora luogo di un terribile reato.
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Solo una persona, nonostante tutto, si reca ogni sera in quel posto maledetto. È Renadert, il sindaco, che da giorni prova una strana inquietudine. Ha cercato in tutti i modi di trovare l’assassino della giovane, ma senza successo. L’immagine della vittima lo perseguita, agitando le sue notti e, ossessionato dalla sua presenza effimera, decide di abbattere gli alberi che si trovano nel punto esatto in cui Louise è stata ritrovata.
Ma tutto è inutile, Renadert non riesce a liberarsi da un peso che da tempo lo schiaccia, forse è il peso del senso di colpa o di un terribile segreto che non può più custodire…
Maupassant e il tema della violenza
Oggi Maupassant ci propone un tema molto complicato: la violenza. E ce lo presenta nelle sue diverse sfaccettature. Ci mostra la vera essenza della violenza che spesso si accompagna alla non sensatezza.
Perché non c’è, almeno in apparenza, motivo alcuno che possa spingere un uomo a esercitare violenza su un proprio simile. Eppure, gli uomini sono gli unici esseri viventi a essere bravi nell’arte del male.
Perché facciamo del male? Per vendetta, per difesa, per paura, per follia, per piacere? Forse; l’uomo prova un incredibile piacere nella sofferenza altrui e spesso anche nella propria.
In questa novella la piccola Roque è stata vittima di una forma di violenza di cui sentiamo parlare troppo spesso. Si tratta della violenza fisica che si lega profondamente alla violenza spirituale perché la persona offesa viene spogliata della sua fisicità e della sua dignità di essere vivente, costretta finanche a cedere il controllo della propria esistenza a un suo simile per pura prepotenza, per puro piacere.
In generale è complicato spiegarsi l’avvenimento della violenza gratuita del genere umano e nello specifico è molto difficile trovare risposta alla violenza (in questo caso fisica) esercitata da un uomo nei confronti di una donna.
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Cosa spinge l’uomo a possedere con forza una donna? Quali sono le cause scatenanti che entrano in gioco? Retaggio culturale, pazzia, l’emergere di un istinto primordiale? No, no e ancora no! C’è qualcosa di molto più complesso dietro questo osceno fenomeno che continua a riproporsi nonostante tutte le campagne di sensibilizzazione, nonostante tutti i 25 novembre. Cosa ci è sfuggito durante tutto il periodo evolutivo?
L’uomo abbandona la clava e impugna l’ultimo Samsung Galaxy, ma continua a rispondere al tarlo del possesso, della ferocia che divora e annienta il suo simile. Lo fa per vendetta, per difesa, per paura, per follia, per piacere?
Marilisa Pendino