Chi non conosce la storia del famoso Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento?
Sì, stiamo parlando proprio del bizzarro pianista che, in continuo equilibrio sull’Oceano, ha incantato milioni di spettatori.
Oggi, però, non ci occuperemo della travolgente riproduzione cinematografica firmata Tornatore e resa famosa dalle musiche di Morricone. No, oggi s va all’origine della leggenda, rintracciabile nella penna di Alessandro Baricco che nel 1994 scrive “Novecento – Un monologo”, edito per i tipi di Feltrinelli. Baricco racconta “una bella storia” – come la definisce lo stesso autore –, una storia fatta di musica, di amicizia e di quella leggerezza dietro la quale si cela un’esistenza straordinaria.
Leggi anche: Il fiume dell’oppio, di Amitav Ghosh: il viaggio continua
Novecento: trama
Gennaio 1927. Il trombettista Max Tooney, trova un impiego come musicista nella band del Virginian, famoso piroscafo che nel periodo tra le due guerre fa la spola tra Europa e America.
A bordo si riunisce una grande varietà di umanità: emigranti, ricconi, persone strane. Ma a destare curiosità è un pianista, Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento. Molte sono le voci che girano attorno a questa bizzarra figura. Novecento suona una musica prodigiosa, in tanti giurano di non averne sentita di simile da nessuna parte; ma non solo, il giovane è nato e cresciuto su quella nave e da lì non è mai sceso.
Ben presto Tooney e Novecento stringono una forte amicizia in pieno ritmo jazz. Come le note di una scala Max e Novecento si accostano e si completano, creando una melodia diretta, sincera. La tromba spiega al pianoforte com’è la vita sulla terra ferma, mentre il piano intrattiene la tromba raccontando le eccentricità delle numerose esistenze che – occasionalmente – calpestano l’Oceano.
Ma dopo sei anni di esibizioni Tooney decide di scendere dalla nave, troppo complicata quella vita in mare aperto. E, come se non bastasse, a complicare del tutto le cose ci pensa l’arrivo puntuale della guerra.
Per una persona destinata a scendere, un’altra è destinata, invece, a rimanere a bordo. Non ci sono scalette da percorrere per Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento. La sua unica terra ferma è il pianoforte; e lì, saldamente attraccato ai tasti neri e bianchi, decide ora di suonare quella sua strana musica per un pubblico diverso, lontano.
Novecento – Un monologo
Ancor prima di diventare un libro, la storia di Novecento è un monologo che Baricco scrive per una pièce teatrale interpretata da Eugenio Allegri, per la regia di Gabriele Vacis.
Ed è, infatti, la struttura di breve sceneggiatura quella che il lettore si trova tra le mani. Pulita e semplice, con le indicazioni necessarie per attore e regista a capire gesti ed emozioni dei personaggi.
Forse è proprio questo che aiuta a entrare da subito nel vivo della storia, a toccare la parte più intima dei protagonisti.
A raccontarci gli eventi – così come nel film – è Tooney che, pagina dopo pagina, ci accompagna sul Virginian per guardare attraverso i suoi occhi la vita di Novecento, mentre attraverso gli occhi di quest’ultimo impariamo a interpretare i numerosi destini che popolano la nave. Il pianista, abile esecutore di una musica tutta nuova, si fa sguardo dell’Oceano che osserva e accoglie i destini, le speranze, i mondi di chi si affida a un viaggio per una vita migliore o, semplicemente, per cambiare aria.
Persone in equilibro
Quella di Baricco non è solo “una bella storia”. L’autore ci restituisce un racconto intenso, in grado di portare a galla quanto di più profondo nasconde l’essere umano. E in costante equilibrio sulle acque non ci sono solo dei viaggiatori, ma uomini oscillanti tra paura e felicità:
Suonavamo perché l’Oceano è grande è fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio.
p. 13
A tenere sempre viva l’attenzione è il destino di Novecento. Un destino curioso dall’inizio fino alla sua conclusione. Perché Novecento è nato a bordo? Perché da quella nave/casa non è mai sceso?
La risposta – o le risposte possibili – nulla hanno di banale, ma solo sincere interpretazioni.
Leggi anche: La panne – Una storia ancora possibile, di Friedrich Dürrenmatt
Un breve ma intenso viaggio, quello che offre il Virginian. Un viaggio immenso a solcare acque dell’esistenza troppo vaste per riuscire a esplorarle tutte. Quando arriva la parola fine, si fa quasi fatica a prepararsi a scendere e forse è proprio in quel momento che si riesce davvero a conoscere Novecento.
Marilisa Pendino
Novecento – Un monologo
Autore: Alessandro Baricco
Casa editrice: Feltrinelli
Anno: [edizione letta] 2009
pp. 62
MERAVIGLIOSO Articolo; proprio come il monologo di Baricco. Spettacolare!!! DECISAMENTE all’Altezza. 👍